Alla scoperta dei video wall

Alla scoperta dei video wall

Quando si parla di video wall si fa riferimento a maxischermi che sono costituiti da elementi combinati tra loro: i moduli, il cui numero può variare a seconda delle dimensioni, possono essere rappresentati da schermi al plasma, da schermi a cristalli liquidi, da pannelli retroproiettati o da monitor CRT. Tali elementi vengono uniti in modo tale che si possano ottenere le dimensioni dei maxischermi. Sui video wall vengono proiettate immagini in modo tali che ciascun monitor mostri unicamente una parte delle stesse: è così che le immagini possono essere visualizzate per intero con uno sguardo di insieme sul maxischermo. In pratica, i monitor, che sono gestiti da una centralina ad hoc, agiscono come i pezzi di un puzzle, o le tessere di un mosaico.

Nelle installazioni tradizionali dei videowall i monitor sono affiancati in senso orizzontale e danno vita a maxischermi in quattro terzi o in sedici noni, ma non ci sono regole fisse a cui attenersi: ciò vuol dire che non è da escludere la possibilità di avere a che fare con video wall di formati originali o inediti, ma addirittura disposizioni circolari, in cui i monitor per videowall sono posizionati nelle tre dimensioni. L’evoluzione della tecnologia, con il passare degli anni, ha migliorato costantemente la resa estetica dei maxischermi, eliminando i problemi con cui si era costretti a fare i conti qualche tempo fa: per esempio la presenza delle cornici di ogni monitor, da cui derivava un effetto a scacchiera poco piacevole. Oggi le cornici hanno uno spessore molto limitato, che sono pressoché invisibili a distanza.

Gli ambiti di applicazione dei video wall sono numerosi, ma uno dei più diffusi è quello del digital signage: le varie soluzioni che vengono progettate e messe a punto possono essere sfruttate a fini informativi o pubblicitari da parte di organizzazioni, enti pubblici, associazioni o attività commerciali. Orchestrando e gestendo le staffe in tanti modi differenti, i monitor possono persino essere collocati a distanze diverse tra loro, così da generare un effetto onda. In questo modo i maxischermi sono in grado di suscitare curiosità e di attirare l’attenzione in misura ancora maggiore rispetto a ciò che riescono a fare di solito. 

Le possibilità di personalizzazione, in questo senso, sono praticamente infinite: il formato classico, come si è detto, è quello che prevede di avere a che fare con video wall rettangolari, che si sviluppano in verticale o, molto più di frequente, in orizzontale; ma nulla vieta di ideare e di realizzare anche delle forme diverse, non per forza regolari, intervenendo tanto sulle staffe di supporto quanto sui moduli da cui i video wall sono costituiti. Un’idea è, per esempio, quella rappresentata da fasce di monitor in verticale o in orizzontale: fasce separate e distinte tra loro. 

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